Tuesday, August 21, 2007

My burning passion

Magari vi chiedete come sia possibile scottarsi a New York City, che in effetti non è esattamente la Rimini d'oltre oceano.
Dovete sapere che, checchè se ne dica in giro, anche a New York ci sono delle spiagge. Fondamentalmente, puoi andare a Coney Island o a Long Island. Quindi, non è che ci sia questa gran scelta.
Fondamentalmente, Coney Island è famosa per le sue montagne russe e per gli hot dog. Non per la spiaggia. In effetti, la spiaggia è quello che è, voglio dire, niente di più di una qualsiasi spiaggia libera qui. Checchè se ne pensi, l'acqua non fa così schifo: abbiamo visto un sacco di piccoli pescetti, una medusa, un granchio enorme pescato da un gruppo di ragazzette con un frisbee (!?!)...insomma, l'acqua in fondo era pulita. In fondo.
Magari meno dopo che questi schifosi americani obesi e sudati ci andavano a fare il bagno ancora vestiti. Perchè ovviamente i newyorkesi sono troppo indaffarati per portarsi via un minchio di costume.
Ma in fondo Coney è famosa per il parco giochi, le montagne russe più vecchie -e spaventosamente scricchiolanti-, gli hot dogs di Nathan's...del quale ho avuto l'onore (e il rimpianto, poi) di mangiare ben 2 bacon cheese hot dog, perchè uno non bastava.
Da notare che Nathan's è famoso per la competizione di "Chi mangia più hot dog" annuale del 4 luglio. Per maggiori info, andate QUI. E se volete allenarvi, l'attuale record è di 66 hot dogs in 12 minuti. Notevole, visto che io c'ho messo credo 4 ore a mangiare i miei 2.

L'altra spiaggia, Long Beach...boh :D Mica ci sono stato :D Dicono sia più pulita, ma dicono anche che si paghi l'ingresso. Fate voi.

E così si, è possibile bruciarsi anche a new york. Fate voi, io mi sto ancora spellando.

Saturday, August 18, 2007

Where the suburbians live

Non so se sia colpa del fuso orario, ma la sfiga di venerdì 17 ha colpito un giorno dopo...ovviamente, di sabato, così dovrò aspettare un simpatico weekend senza poter andare dal dentista. A meno che qualcuno di schio non si offra di sistemarmi la contenzione che è simpaticamente partita per le ferie oggi a pranzo grazie ad un simpatico chicco d'uva -_-'

Certo che mettergli in mano qualcosa che nn sia un pene, a quel signore lì...non mi fido mica. LOL


Così siete le solite ficcanaso che vivono parassitamente attraverso le vite degli altri, eh? Nulla di nuovo. Vediamo...
potrei raccontarvi di Gio. Un mezzo ispanico di non so bene quale paese, che avevo conosciuto tempo fa, e che finalmente ho incontrato un sabato mentre ero lì. O era venerdì? Oh beh. Con lui siamo finiti prima al Vlada, dove abbiamo cominciato la serata con un paio di cosmo serviti sulla lunga lastra di ghiaccio del bancone -credevo di veder sfrecciare la Compagnoni sul bar da un momento all'altro, e invece no. Poi un veloce salto in metropolitana - non tanto, visto che ho dovuto rinnovare l'abbonamento, perdendo così il treno che era guardacaso appena arrivato- e un tentativo -fallito- di entrare all'acid, dove Gio si vantava di avere delle conoscenze. Non quelle giuste, evidentemente: il buttafuori all'ingresso ha deciso che la sua patente era falsa -mentre il mio pezzo di carta così infalsificabile era buono, ovviamente. Ma i newyorkesi non si perdono mai d'animo, e con pochi passi eccoci dentro al Cock. Nel senso, il locale. Credo d'averne già parlato, visto che c'ero stato anche l'altra volta, ed in effetti non era cambiato di una virgola: era sempre quella bolgia orgiosa che era 2 anni fa. Risultato: scarpe da lavare, chiave della camera persa e troppo alcohol in corpo.
Non contenti, alla chiusura, decidiamo di andare all'after party al locale lì dietro, tale Mr. Black, che credo fosse l'unico locale negli stati uniti senza aria condizionata. Ormai io rotolavo su qualsiasi cosa, sia che fosse un divanetto che una persona, o un gruppo di persone, e Gio ha avuto la carità di portarmi a casa. Sua. A Brooklyn. Dove veniamo accolti da una ragazza in pigiama e da un cane (bellissimo). Alle 7 del mattino, direi. Per poi morire sul divano, decisamente troppo stretto per due persone.
In fondo, il divano non era troppo stretto. Ma strusciarsi con una scottatura di proporzioni bibliche come la mia -scottatura della quale vi racconterò in futuro- non è stato esattamente piacevole.
Ad ogni modo, dopo poche ore di sonno (che sembrarono minuti, in effetti, e forse lo sono anche stati) (e comunque complimenti alla mamma e papà di Gio), mi ritrovo a prendere la G line verde chiaro per tornare a manhattan. Una linea di cui non conoscevo -nè sospettavo minimamente- l'esistenza. Ed invece, anche le persone a Brooklyn devono poter andare a Manhattan, e così per una mattina ho fatto il campagnolo, e con la mia bella balla di fieno e cappello di paglia sono tornato in città.

Friday, August 17, 2007

Pomograne all the way

Nonostante le macumbe e i rituali malevoli che sono certo alcuni di voi abbiano fatto per evitare il mio rientro in patria (patria che potendo rinnegherei fino alla morte, ma questa è), sono di nuovo seduto sulla mia traballante seggiola con comodo cuscino da esterno, a scavarmi gli occhi fino alle 5 del mattino in World of Warcraft -pare infatti che il soggiorno nella caotica manhattan non sia servito a disintossicarmi. Non da questo, in effetti. E neanche da altro, in effetti, bensì a farmi diventare più alcohol-dipendente di prima. Come si può infatti andare a manhattan e non bere LITRI di cosmopolitan, senza assaggiare anche il nuovo gusto melograno!? Esatto. E così, ecco che circa 700 bei verdi dollaroni se ne vanno in profumato alcohol...

E, com'è giusto che sia, sono in piena crisi depressiva post-new york. Com'è giusto che sia, perchè questo posto fa schifo, ed è una merda,
e fa schifo, ed è una merda, e fa schifo, ed è una merda, e fa schifo, ed è una merda, e fa schifo, ed è una merda, e fa schifo, ed è una merda, e fa schifo. Ed è una merda.


Vi racconterei tante cose, tipo quello che ho visto...ma in fondo, perchè farlo? Mica era la prima volta a new york, quando fai il turista con lo zaino stracolmo, cozzando contro altri turisti agli angoli della strada e chiedendoti come diavolo funzioni il sistema degli autobus a manhattan. No di certo. Ormai anche gli autobus hanno pochi segreti per me.

Voglio rassicurare anche tutti coloro che si potrebbero preoccupare che no, non ci sono altri Dustin in vista. Nessun altro polveroso ha rapito il mio cuore, per poi pulircisi le scarpe sopra (scarpe bruttine, a dirla tutta). Che poi anche dire che le cose con quello strano marsupiale localizzato in california siano giunte ad una situazione che possa anche solo assomigliare ad una cosa chiara, beh, sarebbe utopia.
Niente nuovi Dustin, quindi, ma tanti nuovi "non mi ricordo come si chiama/quanti anni ha/cosa faccia nella vita/di dove sia", nonostante sappia di essermi ritrovato lontano dalla mia bella e amata manhattan (leggasi: new jersey, brooklyn e queens) per non aver saputo resistere al richiamo della carne. Ahhhh, me debole e tapìno!