Friday, September 14, 2007

The Washington Square Music Circle

Oggi parliamo di Dan.


Dan è un ragazzo che ho conosciuto la sera stessa che sono arrivato a New York, grazie al prezioso aiuto di svariate vodka-redbull (altrimenti sarei collassato sotto il peso del viaggio intercontinentale).

Da non confondere con Danny, un mio amico di là, col quale ho iniziato la serata -maledetto tu che conosci tutti i luoghi di perdizione!- e che mi ha abbandonato verso le 3 nella discoteca che 2 anni fa si chiamava Heaven, ma che ora ha un altro nome che non ricordo. Sulla 6th comunque, vicino allo splash e all'Avalon. Forse Rush? oh beh, poco importa.

Ad ogni modo, dopo i succitati drinks, e dopo aver cercato nell'ordine di rimorchiare un tizio che ha detto "mi spiace, sto andando a casa" con lo sguardo tipico da "figurati se mi porto dietro uno schifoso turista palesemente ubriaco e devastato dal fuso orario", e aver chiesto ad un altro tizio che ci stava provando se si era drogato, visto che si stava addormentando mentre cercava di rimorchiarmi e continuava a dire "sei bellissimo" alla mia semplice domanda "dove abiti?", quando ormai non c'era nessuno fuori dal locale se non qualche barbone e qualche tassistaa - o forse era la stessa persona?- arriva Dan.

Dopo aver confrontato i nostri gradi di ubriachezza - su scala 1/10, lui disse 5, ma forse era 4. Io dissi 8, ma era palesemente 15.7- decidiamo -beh, decide lui in effetti, io ero trascinato dall'energia della grande mela- di camminare verso la stazione dei treni di Penn Station, sulla 34th. Mi racconta (credo) di essere a new york per qualche giorno, che è da parenti in qualche posto fuori da manhattan (blasfemo! eretico!) con sua madre e che quindi non può portarmi a casa, che potremmo trovare un qualche posto migliore del bagno della stazione dove lui era entrato per fare pipì, e che io seguii con nonchalance, salvo poi essere scaraventato fuori.

Così eccoci alle prime luci dell'alba (neanche le prime , erano tranquillamente le 7) di una domenica mattina a new york a vagare vicino all'hudson e ai camion parcheggiati, a dare spettacolo (e dico spettacolo) senza saperlo ad una coppia di colore sulla 50ina, della quale ci siamo accorti sul più bello (e dico più bello) e che abbiamo cortesemente ringraziato, e che hanno cortesemente ricambiato il ringraziamento.


Sono uscito un'altra volta con Dan, qualche giorno dopo, prima che ripartisse per seguire il tour della Dave Mattew's Band per tutti gli stati uniti. Scoprii quindi che Dan in realtà è un cantautore con un CD in uscita, e che avrei potuto vantarmi anch'io, per una volta, di aver fatto porcherie con una persona famosa, alla stregua degli amici di Maria. Quella sera, essendomi io furbescamente dimenticato la carta d'identità in camera, e non potendo ovviamente entrare al B-bar, che invece sembrava estremamente packed di gente molto, molto, molto interessante, abbiamo vagabondato un po' per approdare a Washington Square, proprio di fianco alla NYU, che di giorno è piena di ragazzetti del college che mangiano, e la sera è piena di ragazzetti del college che fumano e suonano e cantano.

La cosa bella è che suonano (bene) e cantano (bene) e tutti quelli che passano e hanno voglia di suonare o cantare qualcosa si fermano e si mettono a suonare e cantare. E' bellissimo, sembra di stare in una di quelle comuni anni 80 (immagino), e rispecchia fedelmente la mentalità da collegers americana, così come la mentalità da lower/middle class di New York.

Siamo stati un po' lì, Dan s'è fatto un po' di pubblicità spargendo l'indirizzo del suo Myspace -che sembra essere ormai diventato il modo principale per fare pubblicità alla propria musica, vedi tutte le Mia Rose e quell'altra tizia che ha fatto la cover di Umbrella (salvo poi essere stata smascherata come musicista già sotto contratto), e al ritorno, nonostante il suo invito ad andare da lui -cosa che avrebbe richiesto circa un'ora e mezza di viaggio, e considerando che erano le 4 e dovevo essere di nuovo a manhattan per le 7, la cosa era difficile), abbiamo avuto una graziosa offerta:

stavamo camminando verso Penn station, e attraversando un incrocio una macchina bianca (bruttina e vecchia, stranamente, per questo la ricordo) rallenta e le due ragazze che erano dentro ci chiedono: "hey guys, do you want a blowjob?" aspettando una nostra risposta, lì in mezzo alla strada.


New York, di notte: questo e altro.

3 comments:

Anonymous said...

OMG!!
Comunque grazie per la dritta sul web messenger

Anonymous said...

ma dai??funziona così??
qui agli incroci trovi solo gente che dice frasi tipo " scusate di disturbo, sono una famiiiilia pooovera,sensa mangiare,sensa casa, senssa blowjob...."

Ale said...

attenta marina: una di quelle due signorine potresti essere tu! :)