Saturday, August 26, 2006

The Heart of the Castro, Castro in the Heart

Eccole lì, le due perse-più-perse della vacanza, masticare avidamente l'asfalto il primo venerdì sera a San Francisco. Io e Davide, ricoperti dai nostri migliori stracci da turisti, che stacchettiamo con i nostri stivali di pelle per la prima Girls night out in California.

Si, beh, più o meno.

Ad ogni modo siamo belli, siamo pronti, siamo carichi (io di più uaz uaz) e, dopo 20 minuti, siamo anche a Castro.

E appena arrivi a Castro Station ti accorgi subito che sei a Castro. Si, non solo perchè c'è una enorme targa cromata in mezzo ai binari con scritto “Castro” sopra, ma perchè è una stazione pulitissima e luccicante e profumata e glitterosa. Gay, insomma.

Ed è elegante, gli spazi sono armoniosamente calcolati, i vecchi ti palpano il culo ... ti senti a casa, insomma.

Saliamo per le scale...anzi, da vere Signore, ci facciamo salire dalle scale mobili. L'emozione cresce mentre centimetro dopo centimetro (o meglio, pollice dopo pollice) saliamo. Ed eccoci, finalmente, nel cuore gay della città gay capitale dei gay.

Ed è vero. E' proprio gay! Ci sono gay ovunque. Ci sono bandiere rainbow ovunque. Ci sono manifesti pubblicitari di uomini nudi -anche in 2, 3 o 4...- ovunque. E c'è un' enorme bandiera gay che sventola proprio sopra le nostre teste. ENORME!!


E così, scendendo per Castro St., passiamo davanti ai più famosi locali gay della città. E mi ricordo di come funziona lì, in America -ma anche a Vancouver, in effetti- il rimorchio. Così facile, e così pericoloso allo stesso tempo. E pericoloso proprio perchè facile :D Basta guardarli...li guardi negli occhi, e sono praticamente tuoi. Come grasse trote che abboccano all'amo (ghe piaxe el tòn), come falene attorno alla fiamma, come le mosche sulla me...

E' ora di fare un primo sopraluogo della scena del crimine: per informarsi sulle distanze, orari, tipo di clientela, vibrazioni positive...taccuino alla mano, passiamo davanti al 440, bar dalla tipica clientela bear/leather (come davanti alle vetrine di Gucci: guarda e non ti fermare) (o come Dante con chissà chi), per proseguire con il The Bar @ Castro, del quale avevo già sentito parlare bene. Ma stiamo solo guardando, e quindi sorridi un po' da diva, saluta con la manina e continua a stacchettare sul tappeto rosso.

Più avanti, arriviamo all'incrocio Castro&18th. Ed eccoci da Harvey's – The heart of Castro, tranquillo risto/bar/pub nel quale smangiucchiare cibo e rimorchiare carne.

Velocemente, ispezioniamo i dintorni: a sinistra ci sono il The Mix -che sembra un bar per adulti (non nel senso di “a luci rosse” -_-), con birre che girano e tavoli da biliardo e tv con gente che gioca a rugby o baseball. Dall'altra parte della strada, il Midnight Sun, che rimarrà per sempre a noi ignoto perchè non abbiamo mai varcato le sue vellutate tende nere. Più in fondo, il Moby Dick, un nome un destino. Qui le ragazze diciottenni sono riuscite a bere dei cosmopolitan -grazie Ale per aver sorriso al barista.

Dulcis in fundo, sulla destra di Harvey's, il locale che sarebbe diventato la mia seconda casa nelle fredde notti san francischiane: Badlands. Nome giusto, gente che veniva vomitata fuori -o che veniva fuori a vomitare-, visetti carini, bicipiti in vista, cover all'ingresso e lucine di natale attorno all'insegna: tutti punti a favore.

E lì al badlands la mia vacanza alchoolica è cominciata: un cosmo, please. Eccolo, brillare nella coppa da martini, con la sua fettina di lime, col suo inconfondibile colore rosa. Con il suo bel dollaro di mancia al barista che in fondo non li meritava.

Quello che succede al badlands, rimane dentro le mura del badlands. Vuol dire anche che quelli che rimorchi li dentro li vedi solo li dentro :D Ma in fondo va bene così, è pur sempre la California, la terra degli incontri occasionali. Tuttavia, ricordo di non aver capito il nome del primo col quale ho limonato, e di non ricordare il nome del secondo col quale ho limonato. Ed era solo un cosmopolitan :D


Ps: Ringraziamo doverosamente e calorosamente e tante altre cose in -ente il gentile Oscar che ci ha fornito di scorci visivi di Castro. Ovvero, l'ultima foto l'ha fatta lui :D Grazie :D

1 comments:

Anonymous said...

And then...???