Wednesday, August 16, 2006

San Francisco Story - Pt. 1

Mi sveglio alle 4 del mattino, meno eccitato del solito, per quella che sta diventando ormai una prassi di ogni estate: la vacanza/studio/soggiorno/scopata all'estero. Prendo le ultime cose e chiudo la valigia... tlack. Un ultimo sguardo dietro di me, un piccolo check mentale di quello di cui ho assolutamente bisogno -passaporto, documenti di viaggio, carta di credito...e via, alle 4 e mezza di mercoledì mattina, a sfrecciare sull' A4 verso Milano.

Arrivato a Verona est, mi ricordo che in macchina con me ci sono anche i miei genitori... non saprei dire chi dei due russa più forte.


In effetti il sonno si fa sentire, ma arriviamo sani e salvi -ed elegantemente in ritardo, grazie alla simpatica coda tipica delle ore di punta sulla tangenziale est di milano (di merda). Tuttavia, sono in perfetto orario: gli ultimi ragazzi stanno facendo il check in, e io chiudo la fila. Elegantemente.

Flirto un po' con l'assistente di terra al check in. “Buone vacanze”, mi dice.


In effetti, non sono l'ultimo ad arrivare. Alcune vecchie volpi, ormai anche loro abituee di questi viaggi, mi dicono che manca una ragazza. Cioè, è arrivata, ma aveva con se una simpatica fotocopia del passaporto...e il passaporto era rimasto nella fotocopiatrice. Ma si può? Hahah. E' tornata a casa a Genova, e siamo simpaticamente partiti senza di lei.


Ma non temete, ci ha raggiunti in un giorno...o due. Sapete, quando ci sono in mezzo 9 ore di fuso orario e altre 12 di volo, il confine del giorno diventa estremamente labile...un giorno si scioglie nell'altro, come lo zucchero nella limonata.

Ma di limonate parleremo dopo.


Ad ogni modo, durante la coda per l'imbarco al gate dell'aereoporto di malpensa, cominciano le prime conoscenze... puoi subito riconoscere le ragazze vogliose di cazzo... beh, puoi riconoscere subito anche i ragazzi vogliosi di cazzo, immagino. Me, per esempio.

E così, da dove arrivi, a che ora sei partito, che cosa studi...bla bla bla. Chiacchiere soporifere alle 9 del mattino.


Ora, se posso esprimermi liberamente -e lo farò, certamente-, lasciate che vi sconsigli la U.S. Airways. A parte quei minuti di ritardo, che in fondo non mi interessano molto finchè sono sotto l'ora, le hostess sono tutte di un'età imbarazzante. Ma non solo le loro, comunque: anche l'anno scorso avevamo la nonnina che ci portava le bibite. Dove sono finite le hostess giovani e con le tette che stanno su da sole??? E con loro, gli steward giovani e gay come quello che mi sono fatto qualche tempo fa??? Il mondo sta tirando le cuoia...

Tra l'altro, l'aereo era vecchio e con gli schermi CRT, mica LCD. E mica su ogni sedile, no. Sparsi qui e la per l'aereo, come nei pullman delle gite delle elementari. E le cuffiette non erano omaggio, no. Le dovevi pagare -5 dollari o 5 euro- ... gliele avrei fatte volentieri ingoiare, tanto l'hostess era vecchia e aveva probabilmente una lavanda gastrica già prenotata per il lunedì.


Philadelphia, scalo a Philadelphia. Dove andiamo? A che gate? Sembra che questa gente non abbia davvero mai viaggiato. Rimango un po' in disparte, un po' isolato, a guardarli mentre branco_di_pecor-amente arrancano attraverso la dogana.

Foto di rito, improntina di rito, timbrino di rito. Porgo all'ufficiale il polso, mi guarda male, ricordo che non è il timbro di un club gay a manhattan. Siamo a philly, ancora territorio neutro. Quando arriveremo nelle frociose arie di San Francisco?


Raduno un po' di pecore, conduco il mio gregge al controllo delle dichiarazioni... quelle che nessuno legge mai, che si compilano in 2 minuti e nelle quali devi sbarrare “no, non sono un malato mentale” e “no, non sono un terrorista” ... uh, ma che carino, qualcuno del gruppo ha scritto che lo è. Viene isolato, smazzuolato, spogliato e ispezionato non si sa dove.


Mentre cerco invano di capire come fare per sapere se e quando queste 2 persone che hanno dichiarato di portare negli States della carne (la Simmenthal®) ( -______- ) ci raggiungeranno per prendere la fottutissima coincidenza per San Francisco da una bisnonna al banco delle informazioni, che in un inglese arcaico mi dice che prima o poi passeranno per di la e arriveranno al gate di imbarco (bella forza, stupida donnetta vittoriana) ... si, mentre succede tutto questo...credo di essere andato in bagno...niente altro.


Finalmente gli ispezionati arrivano, scossi e violentati e grondanti di sperma non loro... ma anche no. Cambiamo gate, cambiamo gate, cambiamo gate... forza pecorelle.


Arrivati al gate, vediamo un po' di gente scendere da un volo da San Francisco. Camminano dentro una nuvoletta rosa, lanciano petali di fiori sul loro percorso, sorridono. Sono californiani. Quelli veri, quelli che portano gli occhiali da sole anche di notte. Quelli che nascondo la tavola da surf chissà dove, e la tirano fuori con abile mossa appena vedono un'onda.


Poche ore di volo, hostess giovanile ma obesa si incastra nel corridoio portandoci delle ristorose bibite... in questo volo interno, gli assistenti di volo si salvano in quanto ad età. Tuttavia, la hostess obesa non mi da molta sicurezza nel caso di un ammaraggio. Cioè, sono abbastanza sicuro che galleggi, ma riusciremo ad appigliarci tutti a lei???


SFO, eccoci. Tocchiamo terra, e scatta l'applauso da bravi cafoni italiani. Euforia, euforia...siamo nella terra dei G – A – Y !!! Via col trenino!!!

Miracolosamente, tutte le valige arrivano a destinazione...e anche noi arriviamo! ... e dove andiamo mo?


Non c'è nessuno. Cosa facciamo? Non abbiamo accompagnatori, una tizia ci ha radunato a milano e ci ha lasciato all'imbarco. Nessuno a philly, nessuno qui. Nessun cartello, nessuna indicazione...che si fa?

Cominciamo a chiamare un po' tutti i numeri di telefono che abbiamo. Chiediamo alla nonnina (asiatica questa volta, siamo d'altraparte sulla west coast) cosa possiamo fare. Ci indirizza fuori, al parcheggio dei pullman dei gruppi.

Usciamo, e ho il primo contatto con l'aria gay di San Francisco.

Beh, è FREDDA!!! porco giuda! Mi arrotolo nel mio vello, e dopo aver controllato che non esiste nessun pullman nel parcheggio dei pullman corriamo dentro, al caldo *_*


Passa quasi un'ora...quando ecco che fa la sua apparizione Virgie. Chi è virgie? Non lo scopriremo subito, ma balza subito all'occhio che è una maggiorata. E che ha una maglia con scritto “I love french people”.

Beh, viene subito etichettata come “donna stupida”, per il ritardo, per la maglia, per la risata.

Tuttavia, si salva ordinando qualche pizza gigante al college...college che ci accoglie nella fresca aria notturna. Fredda. Freddissima *_*

Facciamo le camere, da 4, ognuna simil-appartamento, con cucina arredata (e funzionante), soggiorno, camere e 2 bagni. Veramente notevole. Già mi immagino a come saranno ridotte dopo 3 settimane di invasione italiana...

3 comments:

Anonymous said...

ahhh eccoti dunque!!! temevo non poter più leggere le tue mirabolanti avventure!!
ben ritrovato!!

Altrove

Anonymous said...

Vogliamo la seconda parteeee

Ale said...

firmatevi, vecchie volpi ^^
devo fare un po' di spam tra le mail dei compagni di viaggio, devo essere maggiormente incitato :D