Monday, March 05, 2007

My little pony

Così, un po' per il Cosmopolitan, un po' per la Falsa Bisessa® che rompeva la minchia da circa una settimana per andare a ballare questo sabato, visto che “mi hai tirato pacco sabato scorso e io ho rinunciato a trombare con e a limonare con e a farmi offrire la cena di pesce da e a .... , questo sabato devi assolutamente portarmi a ballare o ti ... !”, ho dovuto adempiere ai doveri di coloro che hanno la patente, ovvero: portare i veneziani in luoghi di svago nell'entroterra.
Così, dopo la tappa a quello che diventerà probabilmente il mio bar di riferimento d'ora in poi, il mio metro di paragone, la Luce che Purifica il Mondo®, anche conosciuto come “Zen Bar” per i comuni, e anche dopo la tappa più...come dire... sugosa da Gino Panino -in realtà quel pub dietro piazza Ferretto, di fianco al canale, dove la sugna regna sovrana, ecco che i nostri due eroi giungono nel luogo di perdizione frocio del sabato sera mestrino -ma non solo.
Fugati di ogni dubbio su “sarà questo il posto?” alla vista di paillette e brillantini e polsi volanti un po' ovunque, e dopo aver utilizzato la macchina di papà come se fosse una di quelle limousine kilometriche che le star di hollywood usano come camerino per cambiarsi tra una festa e l'altra (lo fanno veramente, ne parlavano venerdì sera su RTL con un tizio che si era imbucato in qualche festa di premiazione di qualcosa tipo “il pene più lungo d'america” o simili, e testimoniava come la Penelope Cruzza e Di Caprio usassero le loro limousine kilometriche per cambiarsi tra una festa di premiazione e l'altra perchè non hanno il tempo fisico di andare a casa a rinfrescarsi e rassettarsi, lì è tutta una partecipazione continua, corri a mangiare il patè a casa di Sarah, vai a stappare lo champagne da George, scappa a leccare la vagina a Clark...no, aspettate..) e quindi gettando con fare lascivo la sciarpa e il maglione sui sedili posteriori, perchè magari qualcuno che passa ti vede e apprezza -senza però accorgersi che i finestrini erano appannati più della scena topica in Titanic
-perchè se pensavate che la scena topica fosse quella in cui quel pezzente puzzoso che si cambia in macchina di Di Caprio muore annegato in non so quale sfortunato posto dell'atlantico (perchè ovviamente gli squali o le altre forme di vita non possono essere considerate fortunate nello spender e il resto della vita col cadavere di quel marmocchio biondino), ma senza l'impronta della mano- , ci avviamo verso il Molo5, ormai colonizzato da esseri bizzarri conosciuti anche col nome di froci, ma anche di esseri ancor più bizzarri, conosciuti col nome di lesbiche. E mentre osserviamo atterriti la folla di gente luccicante ed untuosa che si accalca per entrare, veniamo distratti da una musica celestiale che esce voluttuosa da una delle macchine lì parcheggiate...solo poche note, e il mio cuore si scioglie magicamente come il burro che usa Anna Moroni alla prova del cuoco:
“Tu voli in alto lassù // dove il cielo è più blu”.

Volevo inginocchiarmi come se fossi stato un musulmano durante l'ora della preghiera, ma ahimè non avevo con me il tappetino musulmano sul quale
inginocchiarmi nè tantomeno idea della direzione della Mecca e, cosa più importante, avevo una Falsa Bisessa che mi trascinava per il braccio mentre finivo la strofa con “oh dolce mio mini pony”. Così, non certo scoraggiati dalle lesbiche che cercavano di fare terrorismo psicologico ( “ah, ma fanno selezione all'entrata stasera” “ah, ma ho la vagina umida” e altri orrori del genere) ma al contrario riempiti d'energia dall'eclisse lunare -proprio come Sirio aveva detto per radio!-, ci mettiamo correttamente in coda. Non mica come le fan di Cristina d'Avena, che volando sui loro dolci mini pony ci hanno superato da destra con una manovra tanto subdola quanto furba, entrando circa un paio d'ore prima di noi. Loro, guizzanti valchirie dei tempi moderni, sulle loro cavalcature volanti che Pegaso in confronto era un pupazzo di plastica con i capelli finti dai colori imbarazzanti (no, aspetta...), passano indenni il muscoloso addetto alla security che invece ferma col suo braccio villoso le ondate di questi esseri coperti di crème e gel, come se fosse una barriera frangionde del porto di Trieste in uno di quei giorni in cui tira la bora. Sì, l'addetto alla securety, o anche “Tony il fornaio” di giorno.

E mentre sogno di essere bloccato anch'io da quel braccio imponente, pensando a quale faccia da diva potrebbe essere più congeniale per l'occasione, vengo riportato all'untuosa realtà da Mirko, il famoso odontoiatra/tecnico/gay di schio, e dal suo amico ormai famoso per avere un nome per me immemorizzabile, e che per questo verrà d'ora in poi chiamato Emme Puntino, o più brevemente M. .

E così, mentre io chiacchiero con costoro, e mentre la falsa bisessa si intrattiene coi suoi amici arbriti, spiattellando il vero motivo della nostra missione, come la migliore delle bionde Bond Girls, ovvero fare gli auguri ad un tizio che festeggiava lì il compleanno perchè cubista in quel loco di perdizione, e che aveva conosciuto perchè aveva chiesto alla nostra artista della mutua (al secolo F.B.) un book fotografico, il succitato Mirko viene brutalmente bloccato da Tony il Fornaio, scatenando in me le più atroci ire.

Ma ecco che ci viene consentito l'accesso, alla faccia delle lesbiche psycho-terroriste, e veniamo omaggiati di una simpatica collana di fiori finti, che fa molto hawaii e bambini cinesi sottopagati. Oltre che della collana (che viene velocemente riciclata in braccialetto), veniamo omaggiati dalla visione di aitanti giovani prestanti in pareo floreale, come se fosse improvvisamente agosto.

Dopo svariati giri di ricognizione, svariati drink offerti dal non subito riconosciuto festeggiato -ma solo dopo aver indicato “guarda quello sfigato com'è vestito, con la stoffa delle bandane addosso”- -c'è da dire che per quanto l'involucro simil-bandanoso lasciasse a desiderare, il contenuto carnoso era decisamente apprezzabile- e svariate canzoni che hanno suscitato in me il doloroso ricordo del Polveroso, quali “I don't feel like dancing” che lui ha innalzato a “nostra canzone” (discutibile), “Surfin' USA” con lo speaker che continuava a urlare “California! California!” come se fosse stato il suo unico motivo di vita, con la mia conseguente voglia di strappargli di mano quel fottutissimo microfono e sbatterglielo in testa finchè essa non fosse esplosa in un tripudio di carne sangiunolenta, per poi prendere una scarpa a caso -sicuro che avesse un tacco- e tritarne i resti come se brandissi una mezzaluna, o andare in uno dei campi limitrofi e prendere il trattore Iveco per dissodare quello che del vocalist dalla voce insopportabile e dagli interventi inopportuni rimaneva, o ancora “La tortura” di Shakira, che è la cantante preferita di Dustin, e che quindi ascoltare diventa una vera tortura, (non mica per la sua voce da capra, sia chiaro), io e FB posiamo i nostri occhietti vogliosi su un nuovo esemplare che non ci era mai capitato di vedere prima, dall'aspetto inopportunamente mascolino e vestendo una maglia che probabilmente userei per andare a dormire d'estate. Tuttavia qualcosa di lui ci attirava, come se avessimo dei piombi da pesca nelle mutande e lui fosse la personificazione della calamita ACME, e non sappiamo dire se fosse stato il dubbio che potesse essere etero, oppure fidanzato, oppure minorenne, oppure l'attore di Michael di Queer as Folk USA, del quale condivideva le sembianze (appena un po', e sicuramente con 20 cm di meno. D'altezza.). Tuttavia, sono tutte domande alle quali solo i saggi Biscotti della Fortuna potranno rispondere, perchè tale esemplare venne tristemente perso di vista molto prima che l'ora dei saldi cominciasse.


Non posso esimermi dal raccontare anche il simpatico rifiuto ricevuto da FB, da parte di un tipo anche carino che ballava con Simone capretta, che dev'essere citato da qualche parte. Eccola, la nostra audace FB, che si interpone con coraggio tra i due, puntando la sua preda meglio di Pongo della Carica dei 101. E la preda, come nella migliore tradizione Rogerrabbittiana, mette come sottotitolo “è che mi disegnano così” e respinge dolcemente ma con decisione l'approccio voglioso di FB, che però non si scoraggia e torna da noi esibendo la più menefreghista delle spallucce che io abbia mai visto.


L'unica pecca della serata è stato il dover abbandonare al loro triste destino i braccialetti floreali, che ormai erano diventati parte di me. La separazione è stata dura, ma siamo rimasti amici.

11 comments:

Anonymous said...

bella serata quindi tutto sommato...
mancavamo solo noi...( o meglio IO...!) per rendere frizzante il tutto...beh...il fatto di aver fagocitato alcuni nuovi arrivi veronesi nel gruppicchiolo di "desperados scopiamo subito subito" compensa in parte...un paio erano anche ADDATTISSIMI anche a voi frequentatori di postacci...disperazion vi colga...sopratutto PER NON AVERMI MAI CITATO mentre io vi penso sempre!
INGRATI!
non vi bacio...AL MASSIMO VI RIPASSO CON IL MATTARELLO CHE USO PER LE TAGLIATELLE!

Drewy

Anonymous said...

dem.... e nn dico altro :-P

Jacko83 said...

mmm

Anonymous said...

Hai dimenticato di citare la buonadomenicata della serata: il Surf Pneumatico! Ci mancava solo la Gregoraci che tentava di starci in equilibrio... oh, beh, di gregoraci in verità ce n'erano molte, sui cubi!! :)

Saluti a FB qui sopra :)

M.

Anonymous said...

voooooooooola mio mini pooony vooooola mio mini pony dai voooooola

piantala di girare in localacci del genere, piuttosto prendi la macchina e domani sera vienimi a sentire a Monza-beach

Anonymous said...

:O

(grazie per avermi resuscitato comunque XD)

Anonymous said...

Porca l'oca, dopo che ho letto due post del tuo blog chiaro su scuro, vedo righe orizzontali ovunque, come nelle più fastidiose illusioni ottiche...

Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonymous said...

Si, probabilmente lo e

Anonymous said...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu